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Turismo e Territorio

Ultima modifica 15 maggio 2024

Turismo e Territorio

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Il paese si estende su un territorio di 21,95 Kmq ed è situato  a 552 metri sul livello del mare. Gli abitanti, i tavennesi, sono circa 1083.  Tavenna dista 65 Km da Campobasso e 75 da Isernia. Il piccolo borgo offre ai suoi abitanti e ai visitatori una notevole diversità di paesaggi: a nord i monti della Maiella e Gran Sasso, a Sud il Gargano, a Est il mare Adriatico e le isole Tremiti, a Ovest l’Appennino interno molisano. Il territorio è si caratterizza per la presenza di querce, ulivi da cui si produce un ottimo olio di oliva, mandorli, noci, fichi e fitti cespugli di ginestre.


Personaggi Illustri

Gli usi e i costumi di Tavenna  sono celebrati nelle poesie in vernacolo del poeta Gabriele Pettiti.


Storia e cultura

Le origini del piccolo borgo risalgono al periodo aragonese, epoca in cui una colonia di slavi diede vita all’abitato con una  progressiva fusione con la popolazione locale.  Il paese non ha conservato, come altri nella Regione, usi e costumi dei suoi avi ma si è adeguato a quelli regionali.

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Casale di Tavenna


Il suo primo nome fu “Casal Tavenna“, poi si chiamò “Casale di Tabenna”; in lingua slava era “Tàvela”. Le prime notizie storiche risalgono al 1354 e attestano che da quell’anno fino all’eversione feudale ebbe gli stessi titolari e seguì le stesse vicende storiche di Palata;  Tavenna si pensa fosse  caratterizzata  da molteplici casali difusi sul territorio. Sulle falde di Montelateglia (anticamente, in latino, “Mons Ytiliae“), rotonda collina situata nei pressi di Tavenna, nella parte a nord del paese, vi era una Cappella denominata ” Santa Maria in Basilica”. Il sito è stato certamente abitato prima di Tavenna ed è luogo carico di storia. Sul posto probabilmente era collocato un insediamento di certo rilievo già in epoca osco-sannita.

Durante il papato di Leone III, a Montelateglia vi fondarono un monastero i benedettini, i quali vi arrivarono nel periodo 795-816  forse da Montecassino. I monaci edificarono un’abbazia e tanti altri mini conventi, che erano abitati dai monaci. Successivamente, nel XI secolo, i benedettini vi ebbero a costruire, forse perchè il precedente era stato distrutto da un terremoto, un nuovo monastero, il quale anche nel corso del secolo successivo costituì un importante punto di riferimento ed un notevole faro di aggregazione religiosa e civile per tutta la zona. Comunque, l’insediamento di Montelateglia nei secoli seguenti perse, anche se con gradualità, il fasto antico e deperì fino ad essere ridotto a poco più che un semplice villaggio; nel secolo XV rimase completamente disabitato a causa forse, dei terremoti e, soprattutto, della peste molto frequente in quel periodo. Tavenna fu concessa dal demanio in feudo alla famiglia Ionata che conservò il comune fino al 1506. In seguito il feudo al controllo di Giovanni Orsini che, in ogni modo, si vide confiscati tutti i beni dal viceré di Napoli Filiberto di Challons.

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Gastronomia

La gastronomia tavennese ripercorre la tradizione contadina molisana. Allevare il maiale nei mesi invernali risulta ancora oggi un rituale per gli abitanti del piccolo borgo; del maiale non si buttava via nulla, in passato se ne recuperavano anche i peli per farne la setola per i pennelli e le budella per le salsicce e per i salumi (il capocollo, la ventricina, la soppressata, ecc.) . L’uccisione dello stesso rappresentava una festa per le famiglie tavennesi, la “la fest de lu puorc”, con banchetti a cui venivano invitati parenti ed amici allietati da canti e balli popolari accompagnati da organetto o fisarmonica. Il menù tipico della festa del maiale prevedeva: un antipasto (olive, un pezzetto di formaggio, una o due fette di salame o prosciutto e qualche pezzo di ortaggi sottolio); un primo piatto di pasta al sugo di carne di maiale cotto con salsa di pomodoro (si usavano anche dei pezzi del guanciale); un secondo piatto costituito da carne di maiale al sugo di pomodoro; un ultimo piatto di carne di maiale alla brace (delle fettine con un pò di grasso) con contorno d’insalata e rucola. La cucina tavennese utilizza ancora oggi i prodotti delle coltivazioni locali quali il frumento, i legumi, gli ortaggi, la frutta. Tra i piatti tipici ricordiamo cavatelli al sugo di pomodoro e ventricina, carne di pecora alla Santa Irene,” li paste, lu ciell, lu tarall “(dolci della tradizione di Tavenna che si preparano in occasione dei matrimoni), il punch di Tavenna e l’amaro Montelateglia.

Ventricina-di-Tavenna


Artigianato

“Pizzi e merletti” lavorati al tombolo

L’arte del merletto ha radici profonde nella storia di Tavenna. Da alcune testimonianze raccolte in paese è emerso che lo sviluppo di questa attività artigiana sia iniziato attorno alla fine del XIX Secolo. Il processo di lavorazione consiste preliminarmente nella realizzazione di un disegno su carta o cartone di fantasiose “trine” sovrapponendolo abilmente sul cuscino a forma cilindrica di vari diametri. Il disegno viene poi riprodotto con dei fili. L’insegnamento del’arte del tombolo in paese, attraverso abili maestre, inizia negli anni dopo la prima guerra mondiale. Maria Drusco è stata la maestra più autorevole  fino agli anni ’50. In paese vi sono ancora diverse donne che eseguono lavorazioni al tombolo, anche su ordinazione e per specifiche applicazioni: infatti nell’ambito della fiera dell’artigianato si possono ammirare diversi prodotti, acquistarli o ordinarne di nuovi.

Tombolo


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